*FANTASY STORY FORUM*    ...creiamo la nostra storia fantasy virtuale!

Audizioni!!!, Test d'ingresso...

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Beth®
icon13  view post Posted on 7/9/2004, 11:51




Questo è il luogo dedicato ai vostri racconti, alle storie brevi, e a tutto ciò che vorrete scrivere!
ogni utente prima di partecipare alla storia dovrà postare qui il suo racconto e le admin (Beth e Mikal) + la super mod (Jibrille) decideranno se siete in grado di partecipare o no.
Quindi spremetevi bene, raddrizzate la tastiera, concentratevi, e date il via alla vostra fantasia!

Anche gli utenti che già partecipano alla storia sono liberi di postare qui le loro creazioni ovviamente!
 
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elettralives
view post Posted on 25/2/2006, 18:08




Per favore non cercate di trovare un senso a questo racconto, è l'inizio di una storia abbastanza lunga che ho scritto quest'anno, ma vi prego di capirmi. A parte il fatto che non ho nemmeno compiuto quattordici anni, di solito scrivo per puro piacere, e senza preocuparmi troppo se la trama non è perfettamente chiara e sensata, questo brano, ad esempio, non ha nemmeno un finale, visto che per trovarlo dovreste sorbirvi quasi duecento pagine di fantascienza adolescenziale.
Spero comunque che vi diverta, al di la di tutto, che lo roviate piacevole e soprattutto degno di un'utente di fantasy story.
Non siate troppo spietate.


Immaginate che davanti a voi ci sia una distesa infinita di acqua, di una calma innaturale, quasi da sospettare della sua natura liquida, e che continui fin dove il tuo occhio può spingersi, fino a fondersi con il cielo, in un'unica massa azzurra, placida, una tranquillità che pare quasi eterna, come se cielo e acqua convivessero da tempo immemorabile e meditassero osservando passivamente l’affanno in mezzo a loro. Perché tra cielo e acqua sorgono come castelli aguzzi e disordinati le innumerevoli città umane, grottescamente appollaiate sui lembi di terra che l’acqua gli riserva, crescono senza criterio, avviluppando le isole in una morsa che non le lascia respirare, costruzioni di ogni forma e tipo sorgono l’una accanto all’altra, accavallandosi e spintonandosi, come a voler rubare spazio alle proprie vicine, arrabbiate e congestionate, tinte dei colori confusi dei loro proprietari. Lunghi ponti contorti unisce l’una all’altra, scavalcando l’acqua e formando un fitto reticolo sospeso su cui come formiche indaffarate corrono i semoventi umani. Dalla calma sorge il caos, senza che nessuna delle due parti sia minimamente turbata dalla presenza della sua vicina.
E’ questo lo spettacolo che Elettra si trova davanti, seduta sulla spiaggia della forse unica isola in tutta la parte sud del Mondo Scisso risparmiata dall’invasione umana.
Tutto cominciò innumerevoli anni fa, nessuno sa quanti, perché tutto ciò che era appartenuto alla civiltà che abitava il Mondo Scisso prima che la faglia si aprisse è andato perso, anche l’età della faglia è pressoché sconosciuta, e l’ipotesi più accreditata e ormai accettata da tutti che giustificherebbe la scissione della metà nord dalla metà sud è questa.
Anni fa, non è possibile specificare quanti, quando ancora il modo scisso era intero e l’uomo costruiva le sue città su enormi isole chiamate continenti, dove c’era spazio abbondante per tutti e anche per gli animali, parchi, boschi, colline e altri luoghi mitici dai nomi ormai caduti nel più completo oblio e le cui descrizioni sono frammentarie e imprecise, una potentissima scossa tellurica percorse l’intero globo, allora pressoché rotondo, formando un’enorme spaccatura, profonda migliaia di chilometri e al bordo della quale sorgevano montagne aguzze e nere, una muraglia insormontabile e terribile, dall’aspetto quasi ultraterreno, qualcosa che sfugge alla comprensione umana. Sembra che dall’enorme faglia che si formò e che da allora divide in due il Mondo Scisso fuoriuscì una creatura primordiale, nera, un concentrato di terribile rabbia, paura e disperazione, un ammasso di tutto ciò che aveva tormentato gli uomini per ere guizzò fuori dalla terra, alcuni raccontano che con un grido disumano sparì nel cielo, ma sono tante le leggende intorno alla formazione della faglia, e nessuna veramente attendibile.
Da quel giorno la terra fu divisa in due parti distinte e nessuna delle due ebbe più notizie dell’altra, fu come se l’altra metà fosse scomparsa con quel terremoto, fosse caduta nelle profondità siderali, gli scienziati affermano che non è così, che non esiste una forza tanto potente da spezzare in due un pianeta, e anche se così fosse in questa condizione la terra non riuscirebbe a mantenere la sua orbita intorno al sole. Quindi la metà nord c’è, ma da quando il Mondo Scisso è tale non abbiamo avuto notizie di quella parte. In ogni caso, un terremoto tanto violento e devastante non poteva non avere conseguenze, i gas che si sprigionarono dalla terra dopo l’apertura dell’enorme faglia bucarono molto velocemente lo strato d’ozono che ricopre e protegge la terra dai raggi solari, trasformando la terra in un enorme forno mortale, i ghiacciai si sciolsero ad una velocità impensabile, inondando la terra di acqua, che sommerse ogni piccola traccia delle civiltà precedente, lasciando emergere solo le cime dei monti, mentre i vulcani eruttavano cascate infinite di lava bollente, il cielo si tingeva di rosso, grigio, viola, a seconda dei gas che si sprigionavano da ogni poro terrestre, mentre i gaiser trasformavano il mare in un continuo rovesciarsi di forze e tempeste continue. Nel bel mezzo di questa apocalisse un gruppo di scienziati e alcuni civili riuscirono a salvarsi nascondendosi nei rifugi sotterranei allestiti tempo prima e che servivano inizialmente per un progetto di piccole città sotterranee. Il problema della sovrappopolazione era molto grave a quei tempi, almeno quanto ora, e gli stati uniti avevano finanziato un progetto che prevedeva lo sfruttamento delle zone desertiche a sud del mondo, che andavano via via aumentando con il surriscaldamento del pianeta, per costruire quartieri parecchi metri sotto la crosta terrestre, ovviamente il progetto prevedeva che questi villaggi incastonati nella madre terra fossero esclusivamente per i ricchi occidentali che non ne potevano più di vivere nella calura delle loro grandi metropoli, con le loro ville principesche schiacciate tra un condominio di extracomunitari e un ospizio per anziani. Ci fu anche un progetto di città sotterranea sotto ad un’altra zona costruita, ma le pesanti fondamenta della città ‘superiore’ sarebbero sprofondate addosso alla città ‘inferiore’, visto che un vuoto d’aria simile tanto vicino al centro ella terra avrebbe attirato a se i palazzoni sovrastanti, così il progetto fallì, mentre quello perfezionato di città sotterranee poste in zone desertiche era del tutto riuscito quando la faglia si aprì, alcuni ricconi avevano già fatto domanda per la loro villa nelle profondità della terra ma non ebbero mai l’occasione di goderne. Un gruppo di uomini riuscirono quindi a sfruttare questo bizzarro progetto e a sopravvivere al caos che regnava in superficie, non erano molti più di tre centinaia, degli scienziati canadesi giunti lì per studiare la differenze tra le condizioni dell’atmosfera nel sud del mondo erano al corrente del progetto statunitense e portarono in salvo insieme a loro e alle loro famiglie gli abitanti di un piccolo villaggio di indigeni nelle loro vicinanze e alcune persone che al momento del terremoto si trovavano in un villaggio turistico che sorgeva in un’oasi poco distante da lì. In conclusione nella città che gli americani avevano pensato per i ricchi eccentrici si trovarono a convivere degli scienziati canadesi con un gruppo di sudafricani e simpatiche famiglie di turisti provenienti dai quattro angoli del mondo, tutti avevano una lingua diversa e non fu facile vivere insieme per quelli che si crede furono almeno quaranta anni. Nel frattempo gli abitanti di questa piccola società sotterranee crebbero, si sposarono, c’è chi morì e chi nacque nelle viscere terrestri. Gli scienziati canadesi in questi anni monitorarono ciò che succedeva in superficie grazie a dei macchinari già predisposti lì dagli americani che costruirono quel luogo e contemporaneamente immisero nell’atmosfera dei gas creati in laboratorio che nel giro di una ventina d’anni contribuirono a riformare lo strato d’ozono andato perso in seguito al catastrofico terremoto. Dopo il lungo periodo passato imprigionati sottoterra il gruppo d’umani scampati alla distruzione uscirono dal loro rifugio, lo spettacolo che si trovarono davanti doveva essergli sembrato meraviglioso, una distesa di acqua della più limpida da cui emergevano isole verdi e rigogliose, la natura dominava incontrastata, davanti a loro c’era una visione primordiale, che non si rivedrà più sul suolo terrestre per ere. Incantati dalla bellezza di quell’apparizione decisero di non ridurre mai più il loro pianeta ad un cestino della spazzatura, come era successo in passato, e tutti giurarono di conservare e preservare l’ambiente; ma a quanto pare così non pensarono i loro figli e i loro nipoti, che nonostante tutto ciò che i primi coloni del Mondo Scisso fecero per preservare la natura, sperperarono questa ricchezza, invasero ogni metro quadrato all’asciutto di cemento e grigiore, soffocarono tutto ciò che c’era di verde e pulito sotto metri e metri di fredda roccia, la natura non esisteva più, era stata schiacciata dagli uomini e non c’era modo ormai di riaverla indietro. Entro tre generazioni ogni isola del Mondo Scisso si ritrovò abbarbicata su di lei una rumorosa città, che continuava frenetica il suo via vai come se nulla la turbasse, come una bestia che corre rimanendo ferma, e non tira mai il respiro, e non si lascia un attimo di tempo per frenare la sua folle corsa. Corre e corre, e corre da così tanto tempo che si è scordata perché. Così sono gli uomini, dimenticano presto. Ma alcuni si ricordarono di quanto era bello non vivere immersi nel grigio e nello sporco, tanto da non riuscire più a sopportare di vivere nelle caotiche città umane, fecero delle loro credenze una specie di culto e lo portarono all’esasperazione; forse sbagliarono tanto quanto gli uomini che acconsentirono a urbanizzare completamente le isole, scordandosi che loro stessi erano l’ultima forma di natura incontaminata. Ossessionati dal pensiero di un mondo nuovo, un gruppo di scienziati appartenenti a questa setta ambientalista realizzarono un composto, in grado di modificare il DNA umano accingendo dal gene che nella scala evolutiva si trova nel punto che separa i pesci dalle specie terrestri. La maggior parte delle persone appartenenti a questa setta acconsentirono a farsi somministrare questa sostanza, che li rendeva in grado di vivere nell’acqua come fuori, senza modificare troppo l’aspetto fisico. E’ chiaro che una manipolazione genetica del genere non può andare a buon fine e molte persone delle prime generazioni di uomini pesce presentavano orrende malformazioni e il più dei casi moriva entro i primi mesi di vita. Ma dopo decenni di perfezionamenti, manipolazioni e vite sprecate nacque una nuova razza anfibia, si scelsero il nome di Murene, rifacendosi ad un animale che aveva abitatati le profondità marine tempo addietro. Costruirono il loro impero nell’incontaminato oceano, città ordinate e dalle forme affusolate, costruzioni alte e dall’aspetto gotico, tinte di un azzurro luminescente, lo chiamarono regno di Oceania. Agli uomini non è concesso l’ingresso nel loro impero sottomarino, e i rapporti che si hanno con le Murene sono rari e comunque diffidenti; è esistita un’ambasciata Mureneide a Natchios, la capitale del Mondo Scisso, ma i componenti di quest’ultima vivendo per anni in superficie persero le loro caratteristiche anfibie e furono costretti a rimanere nel regno terrestre e da allora i contatti con il regno di Oceania si sono fatti ancora più rari.

 
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view post Posted on 27/2/2006, 15:44
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Dunque dunque...
Storia carina (mi ricordo un film con una struttura simile, solo che non c'entra la parte del mondo sottomarino. Era molto bello;))
Giusto un paio di cose: quando scrivi, ricontrolla la punteggiatura. Ci sono frasi troppo lunghe che contemplano troppe informazioni. Starebbero meglio se le spezzettassi in due o tre wink.gif
Attenzione poi ai tempi verbali. Spesso passato e presente si possono mescolare, è vero, per creare l'atmosfera, ma non lo si può fare sempre. In molti casi può creare confusione.
Lo stile è buono, e mi pare che anche la tua capacità inventiva non sia male!!! biggrin.gif
Per me... è un si!
Puoi unirti a noi!!!
Ora aspettiamo il parere delle altre mod.. e del nostro utente biggrin.gif
BAciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
 
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Caska2003
view post Posted on 28/2/2006, 14:16




Allora vediamo vediamo...* Caska inforca gli occhiali e legge attentamente il racconto*

Bhe quoto in pieno il commento di Miki, che è molto più esperta di me in questo campo ^^''.

Effettivamente a volte i periodi sono troppo lunghi e tendono a far perdere il filo del discorso, ma di per se non considero questa una grave mancanza. Con il tempo, l'esercizio ed una maggiore esperienza, sono sicura scomparirà del tutto smile.gif

Inoltre devo davvero farti i miei complimenti, nonostante tu abbia solo quattordici anni, possiedi una tale capacità espositiva che mai ho riscontrato nei tuoi coetanei. Sono sicura che diventerai una bravissima scrittrice, quindi ti consiglio di non abbandonare a se stesso questo dono, perchè sarebbe davvero un grandissimo peccato sad.gif

Bhe tutto questo preambolo per dirti che...si, puoi far parte della nostra ciurma di pazzi scalmanati tongue.gif

Ora attendiamo anche il giudizio di Eretria (la nostra mod-redattrice hihih) e di Galhad

Un mega bacio e perdonatemi per il ritardo nel commento ^^''
 
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*Eretria*
view post Posted on 28/2/2006, 16:26




Eccomi. Commento solo ora, anche se ho letto il racconto appena l'hai postato, perché ho avuto un periodo parecchio intenso... diciamo che perfino riuscire a respirare era arduo...^^'
Beh, Miki ha centrato gli stessi punti che mi ero annotata io durante la lettura: la punteggiatura un po' trascurata, le frasi un po' troppo lunghe e una certa discordanza dei verbi che in alcuni casi non va bene.
Ecco, aggiungerei che ogni tanto dovresti cercare di utilizzare dei sinonimi, poiché ho notato diverse ripetizioni di una stessa parola nell'ambito dello stesso contesto.
A parte questo, devo dire che hai uno stile molto piacevole, soprattutto considerata la tua età.
Insomma, benvenuta! ^__^


P.S. ah, non ti spaventare se ti diranno che io sono terribilmente pignola riguardo l'ortografia e la grammatica... è vero, però non mordo! Non ancora, per lo meno... ^____^
 
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elettralives
view post Posted on 1/3/2006, 16:32




Grazie...
Avete ragione, le frasi lunghe sono un mio brutto vizio. La grammatica non è un'opinione (purtroppo), cercherò di stare più attenta, si può sempre migliorare. Nel frattempo spero che la mia prof di lettere non navighi assiduamente in internet
 
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view post Posted on 1/3/2006, 16:51
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Non preoccuparti. Anche se la professoressa navigasse, troverebbe solo cose positive.
Le ragazze che ti hanno risposto sono molto pignole, ma anche molto brave. Anzi, forse proprio per questo.
I loro pareri sono comunque positivi, e ciò significa che sei brava anche tu.
Piacere, mi presento: sono il gallo del pollaio. Benvenuta.
 
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elettralives
view post Posted on 4/3/2006, 16:31




Piacere ^___^
 
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HomeRunner
view post Posted on 5/3/2006, 18:56




CITAZIONE (Galhad @ 1/3/2006, 16:51)
Non preoccuparti. Anche se la professoressa navigasse, troverebbe solo cose positive.
Le ragazze che ti hanno risposto sono molto pignole, ma anche molto brave. Anzi, forse proprio per questo.
I loro pareri sono comunque positivi, e ciò significa che sei brava anche tu.
Piacere, mi presento: sono il gallo del pollaio. Benvenuta.

Uuuh, che brutti errori nei verbi, Galhad... devi usare il passato:
"ero il gallo del pollaio" invece di "sono"!!
(dehehe, ora siamo in 2 ^^)
Tsch, tsch, brutta cosa l'insapienza scolastica... devi prendere esempio da me che ho finito addirittura le medie! tongue.gif

Per non fare troppo lo sborone, ecco qui una mia creazione, frutto di un momento di intensa ispirazione... non sono sicuro che sia una poesia, dato che la metrica e le rime sono completamente assenti, ma mi piace pensarla come tale.
Mi accettate nel gruppo? rolleyes.gif

Il Tempo e la Maturità

Quando hai dieci anni, e cominci a capire come gira il mondo,
Ti illudi di essere grande, e ti arrabbi,
Se ti prendono in giro perché sei piccolo.
Ma passi il tempo in giochi solo tuoi, e non vedi quello che
Ti passa intorno, a parte la scuola,
La tua famiglia, gli amici e il primo amore.

A sedici anni ti reputi grande, vissuto, esperto, maturo,
Perché hai il motorino, esci la sera,
E a scuola ci sono materie difficili.
Però ti preoccupi solamente di un voto, non dell’essenza delle cose,
Guardi a come ti vesti, a quanto sei fico,
Pensi alle ragazze e a poco altro.

Quando hai diciotto anni, l’età del voto e della patente per l’automobile, sei sicuro
Di aver fatto il gran passo, di essere
Diventato adulto e responsabile.
Eppure come prima vivi solo per la serata con gli amici, della scuola te ne freghi,
L’esame di maturità lo passi con il voto minimo,
Ancora pensi solo alle ragazze e ai giochi.

Una volta all’università, sei sicuro stavolta di essere cresciuto,
Perché oramai sei nel mondo dei grandi,
Perché oramai pensi al tuo futuro.
Ma ancora passi molto tempo a divertirti, e le lezioni sono spesso
Noiose, e segui cosa ti dice il professore,
Guai a passare la linea tracciata da altri.

Poi trovi un lavoro, una casa, forse una moglie e qualche figlio,
E stavolta ti pensi grande sul serio, stavolta
Sei davvero maturo, hai smesso di giocare.
Però insegui ancora i tuoi sogni di ragazzo, forse li realizzi solo adesso,
E gran parte di quello che insegni ai tuoi figli è quello
Che tuo padre ti insegnò; ancora parli con parole di altri.

Infine lavori da anni oramai, sei sposato da molto e i figli sono grandi,
E questa volta davvero ti senti adulto,
Maturo, responsabile.
Ma pensi con rammarico ai tempi in cui eri giovane, scattante,
E corri dietro alle ragazzine, illudendoti
Di poter fare ancora come un tempo.

Arriva il tempo in cui non lavori più, sei vecchio, senti il tempo che è passato,
E senti che adesso puoi parlare con la voce
Della saggezza, ora che sei maturo davvero.
Ma spesso non parli che dei bei tempi andati, oramai ti limiti a ricordarli, non li vivi più,
Senti di non aver tempo e lo perdi in vaneggiamenti, i nipoti
Ti guardano con pietà quando parli di te stesso da giovane.

Quando arrivano gli ultimi anni, gli anni in cui senti che il corpo non funziona più,
Finalmente sai di essere maturo, perché, come un frutto,
Sei maturo e stai per cadere dall’Albero della Vita.
E speri di essere stato un buon frutto, in tutti questi anni in cui eri acerbo e non lo sapevi,
Perché il Grande Agricoltore ti raccolga
E ti porti in un posto migliore.
 
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view post Posted on 5/3/2006, 20:11
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..urca!!!!!
Bè.. Home.. tu sei un utente da parecchio, e quindi non serviva certo il pezzo d'audizione..
Però mi fa piacere avere anche una tua creazione in questo forum biggrin.gif
Bene bene, per me sei promosso, anche se.. cavolil.. la tua poesia è vera ma anche triste...
BAciottoli e ancora.. BENTORNATO!!!

il capitano è tuo quando vuoi!!!! biggrin.gif
 
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elettralives
view post Posted on 15/4/2006, 13:56




CITAZIONE (*Mikal* @ 27/2/2006, 16:44)
Storia carina (mi ricordo un film con una struttura simile, solo che non c'entra la parte del mondo sottomarino. Era molto bello;))

posso sapere che film?
 
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view post Posted on 15/4/2006, 14:16
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non mi ricordo il titolo.. so solo che lgi uomini vivevano sottoterra... in cunicoli... era una sotria d'amore tra due ragazze di due livelli diversi.. che alla fine uscivano allo scoperto e scoprivano che la terra, dopo tanti anni, si era ripresa, non era più pericolosa come credevano tutti.. era carino^^

Poi di film post catasrofe ce ne sono molti... e anche molti anime^^
Comunque non era una accusa a te, eh!!! preciso!!! :D
Anzi
 
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elettralives
view post Posted on 15/4/2006, 14:28




si si...
Era solo per curiosità
 
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fadda
view post Posted on 25/8/2006, 15:37




salve! come va?
L'altro giorno non avevo niente da fare e mi sono messa a scrivere una storiella!
non è ancora finita..ma la finirò presto!
per ora vi presento la prima parte...

“Caleb…Caleb” urlò l’uomo vestito di bianco, davanti all’entrata della tenda, rivolgendo il proprio grido verso le tende circostanti “Caleb brutto ignorante dove sei..apprendista delle mie pantofole..dove ti sei cacciato??” Una mano sul fianco e l’altra in preda a una crisi nervosa passava dal grattarsi la testa e tirarsi colpi sulla fronte, a pettinarsi la barba o giocare con gli occhialetti che portava sul naso.
Dal campo,nessuna risposta e quindi di nuovo l’ometto urlò “Caleb se non esci fuori entro il tempo di un lampo io ti spezzo le braccia e da bravo guaritore te le riattacco al contrario…”
“nonno,nonno calmati” una fanciulla alta,snella e coi capelli lunghi dai bellissimi riccioli biondi si avvicinò trafelata all’ometto, gli mise una mano sulla spalla e disse cercando di tranquillizzarlo “nonno cosa c’è..che ha combinato Caleb? e poi per favore calmati che non vorrei vederti al posto degli infermi che sono qui!Quindi per favore respira profondamente, calmati e spiegami cosa succede qui e cosa significa tutto questi trambusto”
L’uomo si voltò verso di lei, e sul suo volto paonazzo si aprì un sorrisino docile, quasi che le parole della ragazza fossero state già la risoluzione del problema… stava già per aprir bocca, mantenendo quel briciolo di calma che dalla tenda che fungeva da refettorio uscì trafelato,correndo come un forsennato un ragazzetto,sui 12 anni, con un grande grembiule marrone, sopra a una tunica chiara e gli zoccoli ai piedi.
“Uhm… mi è parso di sentirmi chiamare poco fa,maestro?”disse non appena giunto dinanzi ai due,spalancando gli occhi chiari con aria stupita e quasi impaurita.
“Maestro a chi, io ti spezzo il collo! Sei un imbranato, un ignorante, un cretino che non ha ancora imparato niente in questi giorni…” lo scaraventò l’ometto, che alzando una mano minaccioso stava per lanciarsi verso di lui.
“Nonno… basta! sei peggio di un ragazzino…calmati o il tuo cuore scoppierà in tanti piccoli pezzettini” sentenziò la ragazza,acciuffando il nonno per il cappuccio della tunica bianca “allora capiamoci, nonni stai qui e anche tu Caleb vieni qui; qualcuno vuole spiegarmi che è successo. Abbiamo anzi avete svegliato metà dei malati,l’altra metà sta pensando che siate un circo e tutti i guaritori vi prendono per pazzi.”
“Mildred, io voglio capire perchè permettiamo a degli incapaci di iniziare l’apprendistato…ma voglio soprattutto capire perché io, capo anziano dei guaritori, ho preso come apprendista un idiota, probabilmente ho perso la ragione?”
“Nonno non è un idiota…cosa ha fatto?”
“ehi io non sono un’idiota… e brancolo nel buio su cosa io abbia combinato” disse Caleb, sudato e abbastanza terrorizzato.
“zitto o ti riporto dove ti ho trovato” gridò infuriato il maestro
L’anziano si calmò solo dopo aver ricevuto un poderoso scappellotto su una spalla dalla nipote che subito avvampò a sua volta “ io con i bambini di due anni e mezzo non parlo, soprattutto quando si tratta di mio nonno e mio fratello minore, o uno dei due si muove a dirmi che cosa è successo,oppure vi porto entrambi nella tenda dei pazzi, decidete un po’ voi?” disse Mildred, lanciando occhiate gelide verso entrambi.
“ehm…io.. non saprei…ho fatto ciò che mi era stato detto… ho pulito la ferita di Ser Grimal, ho disinfettato e fasciato i tagli del frate, ho preparato il composto di erbe da ungere sulle contusioni del capomastro del villaggio e poi… sono uscito e ho sbrigato delle altre faccende..non so cosa ho fatto di…sbagliato?”disse, mogio il ragazzo, guardando prima Mildred poi il maestro, o fissando terra,tenendo le mani dietro la schiena.
“Si da il caso, caro il mio apprendista nipotuncolo,che la ferita del cavaliere doveva essere sì pulita ma anche cosparsa della polvere di giglio che facilità la formazione della crosta e non l’hai fatto nostante ti abbia preparato il sacchetto che la contiene.
In più le fascette con cui hai bendato il frate dovevano essere bagnate di olio di ghianda, ma così non è, nonostante anche quello fosse stato da me preparato e infine,il capomastro aveva certo bisogno del composto di erbe di montagna che tu hai preparato abbastanza bene devo dire, ma deve essere poi subito coperto con le garze e quelle non c’erano…” Il saggio, esponeva il tutto,con calma e riflessione, gesticolando abbondantemente ma rimanendo comunque in apparenza sereno.
“abbiamo compreso cosa è successo? Che o questo signorino è sordo, oppure quello che gli dico gli entra da un orecchio e gli esce dall’altro, oppure…oppure dimmelo tu Caleb” ribadì il maestro.
“Ma io… io non ho trovato niente di tutto ciò che tu mi hai detto di aver preparato; né il sacchetto di polvere, né l’olio né le garze… né sui letti, né sui tavoli a loro vicini e neppure nella credenza che contiene l’occorrente in ogni tenda. Io ti giuro nonno che non ho visto niente, e ho usato solo ciò che ho trovato… “ Caleb farfugliava, si guardava intorno,come in cerca di un aiuto proveniente da chissà dove, guardava la sorella che si ergeva in veste di giudice sui due contendenti.
Proprio lei disse “ cosa stai dicendo Caleb, accusi il maestro di non aver lasciato l’occorrente per gli infermi?”
“No, no assolutamente no! non mi permetterei mai di offendere né di accusare… ma ribadisco,con mia grande pena che non c’era niente di quello elencato da lui!” disse Caleb riacquistando un po’ di vigore e speranza di cavarsela.
“Non capisco più nulla…più nulla” esclamò seccamente l’anziano guaritore “ Io personalmente ho preparato sul tavolo all’ingresso della tenda ciò che era necessario per ognuno e tu non l’hai trovato quando sei entrato?” chiese turbato e dubbioso se prendere a ceffoni il nipote oppure prenderlo sul serio.
“esatto, non c’era niente di niente! solo polvere, non ne senso che io non abbia pulito prima,era per dire che non c’era niente,ovviamente, capito?”
“Sì,sì, capito” intervenne Mildred “ quindi tu vuoi farci capire che qualcuno ha sottratto quelle cose prima che tu entrassi?”
“ma non lo so, come posso saperlo,non sono mica uno dei Grandi Veggenti…” rispose Caleb
“Nonno, cosa pensi?” indagò Mildred,voltandosi verso l’uomo.
Non lo vide al proprio fianco,ma lo vide allontanarsi e dirigersi verso la campana dell’adunata;al suo suono dalle tende circostanti e da ogni postazione del campo cominciarono a radunarsi tutti i guaritori presenti, chi discutendo animatamente,chi guardandosi l’un l’altro stupiti per questa chiamata improvvisa.
Il Maestro fece in modo di farsi vedere da tutti: a colpo d’occhio parevano esserci tutti i guaritori anziani, accompagnati dai propri apprendisti e ora stavano arrivando chi di corsa chi con più calma anche tutti gli altri guaritori,da tutto il campo; subito disse “ Guaritori, chiedo perdono per questa chiamata improvvisa e vengo subito al dunque per farvi tornare al lavoro il più presto possibile. Oggi è successo un fatto a dir poco spiacevole, sembra siano stati sottratti dei composti medicinali e delle garze in una delle tende dell’area est, dei feriti non gravi; credo al racconto di mio nipote Caleb, come confido della mia,ancora presente ragione, nel dire che quei medicinali sono stati da me preparati e non più trovati poco tempo dopo da Caleb stesso. Qualcuno sa spiegarmi come sia possibile ciò o ha qualcosa da dire in merito?” domandò il saggio
Una mano si alzò timidamente dal gruppo dei guaritori più giovani,ma già abilitati e al permesso di parlare disse subito “ Gran Maestro Olafson, chiedo intanto il suo perdono per non aver denunciato subito l’accaduto, ma temevo una punizione. Ma ieri, appena prima del tramonto, nella tenda dei quattro uomini venuti dalle saline, mancavano molte garze e alcuni oli per ferite da taglio.Non ho subito chiesto spiegazioni, poiché pensavo fosse una cosa banale, ma ora…”concluse il giovane
“Capisco Gideon…capisco…”disse Olafson a bassa voce, poi riprese “ C’è qualcun altro che ha da dirmi altro?” chiese
“Uhm… è sparito del cibo dal refettorio: del pane e delle verdure.” sentenziò una voce nel mezzo del gruppo, riconosciuta subito appartenente al cuoco,che però data la sua bassissima statura, non riusciva a farsi spazio nel gruppo.
“A me è stata rubata una coperta di lana” disse il responsabile della lavanderia, sempre burbero e taciturno “ e se lo piglio chi me l’ha presa, lo appendo ai fili per il bucato.” In molti risero,soprattutto tra i giovani, subito zittiti dai più anziani,che preoccupati si stavano radunando vicino a Olafson e discutevano animatamente tra loro.
In quell’assemblea improvvisata si erano creati dei gruppetti, che discutevano preoccupati o chiacchierano indifferenti di tutto e di niente.
C’era chi ipotizzava che qualcuno del campo vendesse le cose rubate a qualcuno, o che il tutto si limitasse a uno scherzo; chi addirittura accusava o faceva nomi di possibili ladri, altri si limitavano a dire che loro non avevano a che fare con i furti e rimanevano in disparte.
Mildred e Caleb erano vicini alla pedana del nonno, intenti a fare congetture su come fosse possibile che qualcuno fosse interessato a rubare garze, pane e coperte, e nemmeno in grande quantità, “Sei sicuro,Caleb, di non aver visto niente o nessuno aggirarsi tra le tende?” chiese la fanciulla
“No sorella, sono assolutamente sicuro, almeno non nei paraggi della tenda dove il nonno mi ha trovato e sgridato abbondantemente…”disse il giovane, sottolineando in fine di frase quanto fosse dispiaciuto del rimprovero del maestro.
“Se ti ha sgridato,ci sarà anche un motivo. Non è la prima volta che combini qualche guaio Caleb. So che hai ancora voglia di giocare con i tuoi coetanei, che non sei ancora abituato alla disciplina e ad eseguire gli ordini non appena di vengono imposti, ma devi crescere e de i capire che l’opportunità di iniziare l’apprendistato direttamente con il gran maestro non capita a tutti.” disse dolcemente Mildred, accarezzando i capelli scuri e riccioluti del ragazzino.
“Lo so..lo so!e io faccio del mio meglio e mi dispiace fare arrabbiare il nonno.” esclamò imbronciato quasi balbettando.
“Caleb, lui è contento di te… me lo dice spesso. Impari tutto molto in fretta e con molto impegno e per questo è orgoglioso di te, ma sgridandoti ti sprona a non rimanere ancora per troppo un bambino piagnucoloso e a diventare un giovane uomo e un giovane guaritore talmente bravo ed efficiente da diventare famoso e affermato a corte. Non ti piacerebbe Caleb?” lo coccolò la fanciulla.
“Certo Mildred, certo… e lo diventerò vedrai. E tu sarai orgogliosa di me.” disse sorridendo il ragazzino.
“Bravo..così si fa. Ora fa quel che ti dico… mentre il nonno è impegnato a discutere con gli anziani… tu va a pulire le tende vuote,vicino a casa. Vedrai sarà contento e io dirò che ti è venuto in mente da solo…ora su, vai” lo incitò Mildred dandogli una spintarella sulla schiena.
 
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view post Posted on 27/8/2006, 13:36
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*carina la storiella.. :D E scritta bene come sempre....Vai vai avanti, Shauccia :D un bacione grosso grosso.... a prestooooooooooooooooooo
 
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